Riabitare il territorio dell’Ufita, disvelare legami con i paesi ai margini
Il percorso di ricerca-azione si propone di ricucire il legame della nuova polarità della stazione Hirpinia con i centri più marginali della valle Ufita, indagando sulle tracce dell’antica mobilità, gli immobili rurali in disuso come le piccole stazioni di posta e le masserie, le aree archeologiche e il ricco patrimonio culturale immateriale.
di Gerardina Corvino e Valentina Savino
Il nostro primo incontro è avvenuto in occasione di una giornata di studio organizzata dal Master Arint – Architettura e progetto per le aree interne e per i piccoli paesi, a Napoli. Il punto di ritrovo è stato come spesso accade quando ci si deve spostare da questa zona dell’Irpinia verso i centri più grandi, a Grottaminarda che insieme ad altri comuni intorno, sta vivendo una vera e propria “polarizzazione”, diventando teatro di importanti trasformazioni: prima fra tutte la realizzazione della Stazione Hirpinia.
Da subito ci siamo interrogate su quale tematica approfondire nel posto in cui siamo nate e di cui pensavamo sapere tutto. Attraverso un processo di ricerca-azione però, iniziato con il master ARìNT, abbiamo conosciuto quegli stessi luoghi con occhi diversi, con la volontà di attivare delle azioni concrete. Era chiaro già dall’inizio, da quel primo incontro a Grottaminarda quanto fosse importante ricucire il legame della nuova polarità nata intorno alla stazione Hirpinia con i paesi più marginalizzati. Molti paesi della valle Ufita come tante realtà delle aree interne, vivono un progressivo spopolamento, dovuto alla distanza dai principali servizi di base e dai centri di produzione.
Tra questi paesi ci ha colpito il caso di Greci e la sua forte specificità culturale, essendo l’unico paese in Campania di cultura Arbereshe. Se infatti sulle mappe questo comune vive un forte marginalità, è molto vivace dal punto di vista culturale, grazie all’unicità identitaria che costruisce un solido senso di comunità.
Tra le sue peculiarità, inoltre nel suo territorio vede l’incrocio di alcuni tracciati della mobilità lenta, tra cui la via Francigena e altri tratturelli, proprio in corrispondenza di un antico casale denominato “Casale Tre Fontane”.
Il disegno della nostra strategia parte proprio dal recupero e valorizzazione del casale, divenendo un’importante tassello per un processo che intreccia nuove opportunità del territorio e il patrimonio già esistente, creando forme di accoglienza e un’offerta turistica partecipata e condivisa dalle comunità locali, imprese, cooperative, enti ed associazioni, ma anche per restituire alla stessa comunità una struttura ibrida al servizio di tutti.
Il progetto viene costruito passo dopo passo coinvolgendo e inglobando anche altri comuni della valle Ufita, tenendo presente alcuni obbiettivi: la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico e paesaggistico; il ripopolamento attraverso la creazione di attività ricettive, di intrattenimento e ricreative; il miglioramento della qualità dei servizi culturali; la promozione e diffusione della conoscenza delle risorse culturali, ed in più, la creazione di infrastrutture permanenti funzionali per la crescita dell’occupazione.
L’idea di base generale è la costruzione di un itinerario culturale che punta alla valorizzazione dell’intreccio tra gli aspetti naturalistici, storici e archeologici e della filiera produttiva, tenendo in considerazione le progettualità in corso, in cui ogni comune interessato punta alla valorizzazione della sua eccellenza. Fondamenta del processo però è soprattutto la costruzione della fiducia dei cittadini e delle istituzioni, un vero e proprio atto di ridisegno delle dinamiche del contesto, facendo in modo che i diversi attori coinvolti possano riconoscersi in altri ruoli e in altre vesti, fornendo gli adeguati strumenti di supporto, accompagnando il dialogo tra le fazioni e individuando una proposta progettuale concreta, nonché le risorse finanziare per assicurare una sostenibilità economica delle azioni.
Fig.4 Focus delle risorse del territorio e strategia territoriale
credits foto: Touring Club https://www.touringclub.it/sites/default/files/styles/gallery_preview/public/immagini_eventi/greci_palazzo_caccese.jpg?itok=sjk5o3HM
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GERARDINA CORVINO
Architetto, laureata presso Università G. D’Annunzio di Pescara. Svolge Da diversi anni la professione con entusiasmo affiancando professionisti ed enti. In particolare ha collaborato con la Comunità Montana dell’Ufita, sviluppando una grande sensibilità per le tematiche legate al paesaggio e al
territorio. A Giugno 2023 conclude il Master ARìNT, Architettura e progetto per le aree interne e i piccoli paesi presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con un lavoro di tesi insieme all’arch. Valentina Savino dal titolo Riabitare il territorio dell’Ufita, disvelare legami con i paesi ai margini.
Attualmente è moderatrice degli incontri per la creazione di una convenzione con cinque comuni, per la presentazione della candidatura al bando “Piccoli comuni, progetto di riqualificazione – casa Italia” con il progetto “Riabitare il territorio dell’Ufita”.
VALENTINA SAVINO
Architetto, laureata alla Federico II di Napoli. Durante gli anni di studio si interessa alle tematiche della rigenerazione urbana e dell’economia circolare che approfondisce con l’attività di tesi “Processi decisionali innovativi per una valorizzazione del patrimonio culturale circolare”. Da sempre collabora a
iniziative nell’ambito dell’associazionismo, della promozione e dello sviluppo del territorio. Svolge a tempo pieno la professione collaborando con diversi professionisti ed enti. A Giugno 2023 conclude il Master ARìNT, Architettura e progetto per le aree interne e i piccoli paesi presso l’Università
degli Studi di Napoli Federico II, con un lavoro di tesi insieme all’arch. Gerardina Corvino dal titolo Riabitare il territorio dell’Ufita, disvelare legami con i paesi ai margini.