
FESTIVAL LAVORO NELLE AREE INTERNE. Pubblicata la call for papers per la terza edizione
Organizzata da Rubbettino Editore, ReSpro e Fondazione Appennino, si terrà a Soveria Mannelli dall’11 al 13 giugno 2025.
Nel corso di un ampio dibattito costruito e amplificato dalle prime due edizioni del FLAI, il tema del lavoro nelle aree interne, indagato a più livelli – scientifico, politico, pratico ed esperienziale -, ha dimostrato come le attività lavorative e i processi produttivi correlati consentano il superamento delle condizioni di marginalità con cui si è soliti caratterizzare i territori più rurali e montani.
L’intento è ancora quello di svelare le potenzialità di tali contesti geografici, conoscere il loro patrimonio culturale e identitario, non soltanto attraverso il racconto di chi sta sperimentando, non senza difficoltà, l’esperienza della “restanza”, portando avanti le attività produttive più disparate, in un continuo connubio tra tradizione e innovazione, tra prassi già note e nuove conoscenze acquisite con percorsi formativi che forse puntavano ad altro tipo di realizzazioni lavorative e professionali, ma anche attraverso la ricerca storica, condotta con rigoroso metodo scientifico, aperta a un necessario dialogo interdisciplinare e poi ‘trasferita’ e ‘applicata’ a contesti territoriali che, per essere riscritti, hanno innanzitutto bisogno di essere studiati.
La III edizione del FLAI sarà interamente dedicata al lavoro creativo e culturale, una particolare forma di occupazione che potrebbe offrire importanti e sempre più riconosciute economie alle comunità delle aree interne. E il tema è tanto più attuale se lo si considera nelle sue infinite sfaccettature, tanto in prospettiva socio-economica, tanto in prospettiva storica e identitaria.
Il mercato del lavoro culturale in Italia appare, oggi più che mai, frammentato, destrutturato, incostante; confuso nello status giuridico dei suoi lavoratori, precario sia sul piano fiscale che previdenziale; troppo spesso persino non riconosciuto e quasi del tutto assente nelle aree interne. Gli incentivi pubblici degli ultimi anni, nazionali ed europei, continuano a sollecitare nuova creazione di imprese, ma prioritario, nella scelta di fare impresa, è il rapporto con il contesto urbano. Per innescare un potenziale di impresa bisogna passare attraverso un’offerta educativa che consenta ai giovani di valorizzare sé stessi e i territori ed è necessaria anche una formazione per amministratori e attori locali, con una conseguente promozione delle vocazioni e delle esperienze professionali già esistenti nei luoghi interni, accanto a nuove forme di lavoro legate alle sfide globali. Le risorse dedicate al patrimonio culturale da diversi fondi di finanziamento (SNAI, PNRR, PSR-FESR…) sono state ingenti, ma nessuno dei progetti finanziati ha inteso tutelare le principali istituzioni di riferimento per la conoscenza, la tutela della memoria e la crescita di una comunità: archivi, biblioteche e musei.
Per Sistema Produttivo Culturale e Creativo, s’intendono tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali (core), ma anche tutte quelle attività che non producono beni o servizi strettamente culturali, ma che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività (creative-driven). All’interno del core coabitano attività molto diverse tra loro, accomunate dalla produzione e veicolazione di contenuti culturali e creativi. Dalle attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico (attività dei musei, biblioteche, archivi, monumenti), alle arti visive e performative (attività dei teatri, concerti, etc.). A queste si aggiungono attività che operano secondo logiche “industriali” (musica, videogame, software, editoria, stampa), quelle dei broadcaster (radio, televisione), fino ad arrivare ad alcune attività appartenenti al mondo dei servizi (comunicazione, architettura, design).
Nonostante il Sistema Produttivo Culturale e Creativo sia oggi una realtà anche nel nostro Paese, le distorsioni del lavoro culturale derivano da una carenza cronica di professionalità e di modelli organizzativi efficienti e articolati e dalla confusione tra forme imprenditoriali profit e non profit.
Da qui la necessità di proporre una riflessione sulla necessità di rispondere a una domanda esplicita di lavoro culturale, fondato su competenze e capacità ben riconosciute alle quali affidare, proprio nelle aree interne, archivi, biblioteche, musei, siti d’interesse storico-artistico, tutti “depositi di storia e di memoria” e strumenti indispensabili a garantire la conservazione, la trasmissione e il rilancio dei valori della “cultura del lavoro” e del “lavoro nella cultura”.
Per tale ragione, nella parte scientifica della III edizione del Festival del lavoro nelle aree interne si discuterà su questi temi, sempre con un approccio multidisciplinare, sia in prospettiva storica dal medioevo e dall’età moderna ad oggi, sia in riferimento al presente, mediante metodi suggeriti dalla sociologia, dall’antropologia, dalla geografia, con la presentazione di casi che provengono dal passato e di esperienze già attive o in fase di realizzazione che guardano al futuro. Il convegno di studi in cui sarà articolata una parte del Festival intende declinare le diverse dimensioni del lavoro culturale, soprattutto di quelle correlate ad archivi, musei e biblioteche che, insieme al paesaggio, ai parchi storici e naturali e al patrimonio culturale immateriale, costituiscono un patrimonio di prossimità che, pur essendo caratterizzato da un debole valore d’uso e di scambio, è fondato su un valore indispensabile allo sviluppo sostenibile, il nesso indissolubile tra cultura e territorio.
Il Festival sarà ancora articolato in dibattiti, incontri e relazioni (lo spazio della ricerca scientifica, lo spazio della politica, lo spazio della ricerca applicata). La parte scientifica sarà definita con relazioni e posters di studiosi che risponderanno alla presente Call for Papers and Posters. Si richiedono proposte incentrate, quindi, sulla definizione e la descrizione di produzioni, imprese, paesaggi e patrimoni culturali, riguardanti singoli territori e comunità, ma anche possibili collegamenti tra spazi diversi, dall’età medievale ad oggi, senza preclusioni di ordine metodologico.
Le proposte, corredate di titolo e abstract (massimo 400 parole), con indicazione di tutti i contatti ed eventuali affiliazioni a università, enti e associazioni, vanno inviate direttamente all’indirizzo mail dell’associazione RESpro-Rete di storici per i paesaggi della produzione: resproretedistorici@gmail.com. È necessario indicare se la proposta riguarda una relazione, oppure un poster; il comitato scientifico del convegno valuterà gli abstract inviati comunicando tempestivamente gli esiti della procedura.
Le relazioni saranno presentate nel corso del convegno, mentre i posters saranno oggetto di una mostra espositiva inaugurata, nei giorni del convegno, alla presenza dei ricercatoriautori dei posters.
Anche la III edizione del Festival del lavoro nelle aree interne Produzioni, Imprese, Paesaggi e Patrimoni Culturali prevede la pubblicazione delle ricerche presentate a Soveria Mannelli in volumi a stampa (Rubbettino editore) e in riviste digitali in Open Access quali: OS. Opificio della Storia (http://www.serena.unina.it/index.php/os), rivista dell’associazione RESpro; Civiltà Appennino Magazine (https://www.civiltaappennino.it/pageallpost/), rivista della Fondazione Appennino; Il Giornale di Kinetès (https://www.kinetes.com/ilgiornale-di-kinetes.html), rivista dell’associazione Kinetès-Arte Cultura Ricerca Impresa.
La quota di iscrizione al convegno è di euro 50,00. Oltre all’iscrizione (con materiali e gadget del Festival), essa comprende anche la copia del volume con gli atti a stampa dell’edizione 2025 (l’uscita è prevista per l’anno successivo) e l’iscrizione all’associazione RESpro per l’anno in corso. Le spese di viaggio e soggiorno sono a carico dei partecipanti.
SCADENZE
Termine ultimo per presentare la proposta (abstract) 10 aprile 2025
Comunicazione accettazione proposta (papers e posters) 22 aprile 2025
Termine ultimo per l’invio dei posters (materiali da assemblare) 15 maggio 2025
Termine ultimo per il versamento della quota di iscrizione 15 maggio 2025
IBAN: IT73R0306909606100000157876 – RESpro-Rete di storici per i paesaggi della produzione, Perugia, via Pascoli n. 20, 06123 Perugia
Richieste di informazioni e proposte vanno inviate al seguente indirizzo: resproretedistorici@gmail.com