Ambiente e paesaggi dei siti di altura del Trentino
Dal progetto APSAT (2008-2013) alle ricerche sistemiche sulle singole comunità (dal 2014)
di Gian Pietro Brogiolo
Grazie ad un finanziamento della Provincia autonoma di Trento, nel corso di cinque anni tra il 2008 e il 2013, ho avuto l’opportunità di dirigere il progetto APSAT (Ambiente e paesaggi dei siti di altura del Trentino). Vi hanno partecipato oltre 150 ricercatori di quattro dipartimenti delle università di Trento, Padova, IUAV di Venezia, due Musei (del Buonconsiglio di Trento e degli “Usi e Costumi della Gente Trentina” di San Michele all’Adige), la Fondazione Bruno Kessler. Archeologi, geografi, geomorfologi, storici delle fonti scritte, etnoarcheologi, architetti pianificatori e restauratori, informatici hanno sviluppato quattro linee di ricerca (rispettivamente, Geomorfologia e ambiente; Archeologia e storia; Architetture e paesaggi; Pastoralismo) con il supporto di Rilievo fotogrammetrico tridimensionale e teleosservazione. Questa ricerca si è potuta avvalere, per la prima volta in Italia, del Lidar realizzato dalla Provincia nel 2004. I dati raccolti sono stati poi organizzati in un Web Gis, mentre le sintesi dei risultati sono state edite in 14 volumi, tra l’ottobre 2012 e il maggio 2013. Concluso il progetto, alcune comunità rurali del Trentino (Campi di Riva del Garda, Drena, Bolognano, Nago) e del Bresciano (Vobarno, Toscolano, Vallio, Gardone Riviera, Salò) hanno richiesto specifiche ricerche sul loro territorio. Sviluppate con il medesimo impianto teorico e operativo di APSAT, hanno previsto Summer School estive di un paio di settimane, tesi di studenti, la collaborazione tra ricercatori universitari e studiosi delle associazioni locali. Attiva sia nell’indagine sul campo sia nella preparazione dei testi è approdata in altri otto volumi, editi tra il 2014 e il 2020.
L’approccio teorico di questi lavori muove da un concetto di paesaggio antropico, considerato nella diacronia e come contenitore di distinti elementi: paesaggi agrari e incolti; infrastrutture, insediamenti, abitazioni e fortificazioni; centri produttivi e luoghi di culto. Singoli elementi di un sistema che, nell’ambito delle teorie della complessità, acquisiscono nuovi significati se correlati tra loro nelle differenti fasi nelle quali può essere scomposta la storia di un territorio.
Nelle ricerche ci si è avvalsi di una pluralità di fonti (scritte, iconografiche, cartografiche storiche, archeologiche, architettoniche, toponomastiche) e di discipline (ambientali, archeologiche, etnoarcheologiche, storiche).
In una prima fase sono state schedate in un WEB-GIS: (a) la cartografia storica, prendendo come base quella catastale austriaca della metà del XIX secolo che è stata georeferenziata e per le aree campione e vettorializzata a livello di singoli particellari; (b) la toponomastica; (c) le fonti scritte, peraltro assenti o fortemente lacunose prima del XII secolo; (d) i dati archeologici pregressi; (e) le informazioni sistematiche ricavabili dal LiDAR e dalle foto aeree, con controllo a terra delle principali evidenze e anomalie; (f) le architetture, studiate stratigraficamente e nelle tecniche costruttive. Ovvero gli aspetti più appariscenti e meglio documentabili di un paesaggio antropico, senza una gerarchia a priori e senza un taglio cronologico prefissato.
A partire da queste banche dati sono state poi attivate molteplici linee di ricerca relative a: (1) geomorfologia e pedologia; (2) rete idraulica generale e irrigua; (3) viabilità primaria e secondaria; (4) tipologie di particellari; (5) insediamenti; (6) architetture residenziali medievali e moderne; (7) chiese come elementi di una rete ecclesiastica costruita tra la fine del IV secolo e il 1250; (8) castelli e fortificazioni da quelli tardoantichi all’età moderna; (9) sfruttamento dei pascoli in quota dall’età del Bronzo all’età moderna; (10) miniere e impianti metallurgici, documentati dall’Eneolitico all’età moderna.
Sono state infine realizzate due distinte modalità di presentazione dei risultati delle ricerche. Alla scala della Provincia di Trento, sono stati prodotti corpora sistematici di: 250 castelli dal V al XV secolo, 235 chiese dalle origini al 1250, 1007 malghe, 5.000 scritte dei pastori della Val di Fiemme; siti archeologici dalla preistoria al medioevo e sepolture dal V al X secolo, in realtà non esaustivi in quanto la Soprintendenza non ha autorizzato l’accesso ai dati inediti.
Negli studi sulle singole comunità, sono state documentate sequenze dei paesaggi produttivi, degli edifici residenziali di ciascun abitato, dei luoghi di culto, delle fortificazioni, delle malghe e degli impianti produttivi. Singoli elementi che, come si è detto, sono stati organizzati in una storia delle molteplici comunità che si sono avvicendate nella gestione di un determinato territorio.
Obiettivo non secondario di questi progetti sistemici era anche rimarcare l’inadeguatezza della concezione sitocentrica e “monumentalistica”, attorno alla quale sono organizzate in Italia sia la tutela, frazionata nelle competenze di più organismi statali-regionali-locali, sia la valorizzazione, concepita come percorso segmentato tra elementi isolati nel territorio.
Crediti immagini: Gian Pietro Brogiolo
----------------------------------------------------- Nota bibliografica I dodici volumi del progetto APSAT e quelli relativi alle comunità di Campi di Riva del Garda, Vobarno, Toscolano e Maderno sono pubblicati dalla casa editrice SAP di Mantova. Per gli aspetti teorico metodologici: G.P. Brogiolo, D.E. Angelucci, A. Colecchia, F. Remondino, Apsat 2. Teoria e metodi della ricerca sui siti di altura, Mantova 2012; G.P. Brogiolo, Nuovi sviluppi nell'archeologia dei paesaggi: l'esempio del progetto APSAT (2008-2013), "Archeologia Medievale", XLII, 2014, pp. 11-22; G.P. Brogiolo, Comunità rurali e beni collettivi tra fonti scritte e paesaggi stratificati, “European Journal of Post-Classical Archaeologies”, 11, 2021, pp. 59-80.