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Civiltà Appennino

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Grumentum, una città romana nel cuore dell’Appennino lucano

di Francesco Tarlano 


 

Immersi nel verde e circondati dalle catene montuose dell’Appennino lucano, in una straordinaria cornice paesaggistica sulle rive del Lago del Pertusillo, si ergono i resti di Grumentum, una delle maggiori città romane del sud Italia.

Collocato in posizione nodale nella Lucania antica, a controllo della direttrice dell’Agri, l’abitato si sviluppò in una prima fase come centro lucano, a cavallo tra IV e III sec. a.C., con un embrionale impianto urbano regolare. Luogo di diversi episodi bellici, che videro protagonista anche Annibale durante la II guerra punica, e in un secondo momento i Socii ribelli a Roma, visse un lungo processo di romanizzazione, che si concluse nel I sec. a.C., quando il centro acquisì lo status di colonia e divenne una vera e propria città romana, caratterizzata dalla presenza dei monumenti realizzati ad imitazione di quelli dell’Urbe (un Foro con templi ed edifici civili, due impianti termali, un teatro, un anfiteatro, numerose domus…) e da una campagna regolarizzata con una centuriazione, nella quale si inserivano numerose fattorie e ville, e con la realizzazione di un monumentale acquedotto. La città acquisì importanza durante il periodo imperiale, fu attraversata dal passaggio della Via Herculia, grande opera stradale che tagliava da nord a sud la regione, attraverso la quale merci e prodotti della valle raggiungevano una rete di mercati globale. Dopo la sua fase di cristianizzazione, grazie anche all’opera del martire Laverio, perseguitato e ucciso proprio alle porte della città, nella necropoli posta alla confluenza del torrente Sciaura col fiume Agri, divenne sede vescovile e fu insediata almeno fino al IX sec., quando, per via del graduale declino, gli abitanti della valle si spostarono nei borghi d’altura circostanti, che ancora oggi caratterizzano il tessuto insediativo dell’ alta Val d’Agri.

Riscoperta nel Seicento, Grumentum è stata oggetto di scavi, indagini e ricerche da parte di studiosi provenienti da tutto il mondo. Oggi, grazie all’opera del Ministero della Cultura, è sede di un Parco Archeologico, presso il quale si possono ammirare i resti della grandiosità della città romana; nei pressi sorge il Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, che narra con le testimonianze materiali la storia della valle con un focus particolare sulla fase romana. Il sito ospita eventi culturali di alto spessore ed è inserito tra i maggiori attrattori nazionali del MiC: infatti, ad oggi sono in corso e in programma svariati interventi da parte della Soprintendenza e degli altri uffici del MiC, in accordo con gli enti che governano il territorio, tutti finalizzati a salvaguardare e a valorizzare l’eccezionale patrimonio archeologico, al fine di renderlo accessibile a tutti, anche con modalità innovative di fruizione.

Grumentum oggi non rappresenta soltanto una tappa obbligata in Basilicata per il visitatore che ama il turismo lento e le mete culturali, ma si caratterizza come un posto magico, dove Natura e Cultura, Archeologia e Paesaggio si intrecciano indissolubilmente. Grumentum è però innanzitutto risorsa di un’area interna, luogo identitario delle comunità della valle, origine di un linguaggio comune e di una visione organica del territorio, che parta dal recupero del proprio passato per proiettarsi verso un futuro che non prescinda dai valori di un paesaggio e di una storia unici nel panorama lucano.


Credit foto: Francesco Tarlano
Francesco Tarlano
Archeologo
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