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Giovani e aree interne. Parte dalla pandemia la rivincita dei “restanti”

Che legame c’è tra le aree interne e le giovani generazioni? O forse andrebbe detto che questo è proprio “il tema”, poichè nessun dibattito sulle aree interne ha senso se non rinascono prima le condizioni per trattenere il futuro. Rilanciamo questo dibattito proprio perchè Civiltà Appennino è decisamente orientata a contribuire alla discussione partendo proprio da questo presupporto; per questa ragione ci piace riprendere e segnalare l’articolo di Giovanni Augello, dal titolo La rivincita delle aree interne. Ecco i “sogni concreti” dei giovani restantipubblicato su il redattoresociale.it, lo scorso 15 aprile. Al centro ci sono “i restanti”, ovvero i giovani che scelgono di non abbandonare le aree interne per cerca prima di tutto più partecipazione, poi una formazione che tenga conto dei loro desideri, ma anche più opportunità, cultura e welfare. In un documento, i giovani della rete Rifai con il supporto dell’Officina Coesione, tracciano una roadmap per il futuro delle aree interne del paese.

“I ragazzi vivono una grossa frustrazione – è citato nell’articolo Maurizio Dematteis, direttore dell’associazione Dislivelli che sin dall’inizio ha promosso la nascita della rete Rifai -. In questo periodo si fa un gran parlare di nuovi montanari, di rinascita, però si fa poca attenzione a quelli che noi abbiamo definito i ‘restanti’: i ragazzi che nascono e crescono in questi territori.

E tanti sono i temi che approfondisce Augello, a cui vi rimandiamo per approfondire (vai all’articolo)

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