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Agricoltura e sostenibilità. Quando la tecnologia porta… in Goal!

Il modo in cui le macchine debbano aiutare la civiltà è uno dei terreni di grande interesse e discussione sin dalla metà del secolo scorso; se vogliamo definire una data convenzionale, la faremmo capitare nel 1953 quando Leonardo Sinisgalli fondò proprio la rivista dal titolo “Civiltà delle Macchine”, su cui raccontava la sfida del dibattito e del confronto tra uomo e macchina già in essere dai decenni precedenti e fino ad oggi ancora in pieno sviluppo.
Un dibattito che oggi più che mai riguarda molteplici ambiti della conoscenza e dell’economia ed è anche la filosofia sulla quale si fonda, non a caso, Civiltà Appennino, non fosse altro per quello sviluppo sostenibile che ormai rappresenta la grande Arca di Noè su cui dobbiamo salire tutti per ripensare il mondo del futuro, composto proprio da fattore umano e tecnologia.
In questo, un terreno di primaria importanza lo riveste il settore dell’agroalimentare di qualità, inteso anche come certificazione, tracciabilità e sicurezza oltre che di gusto e tradizione legata al territorio. È forse il settore su cui maggiormente si misura la diffusione orizzontale della cultura della sostenibilità, proprio perché interessa tutti: tutti i territori e tutte le persone.
Progetti come Goal 2030 che Fondazione Appennino sta sviluppando (rientrato tra le 44 buone pratiche del rapprto ASVIS), partono proprio dalla consapevolezza di queste necessità e dalla ormai imprescindibile ed indispensabile condizione (non sufficiente) di far partire tutto dalla conoscenza, dal sapere oltre che da saper fare e, ovviamente, dal dato.
È questa una nuova reale presenza della tecnologia e dunque della “macchina” in ambito agricolo, considerando che l’impiego della macchina non può evidentemente essere considerato come un fattore “meccanico” che aiuta l’uomo nella gestione quotidiana delle attività ma proprio come evoluzione culturale dell’utilizzo della tecnologia a servizio non solo delle azioni ma soprattutto delle scelte.
Ecco che dunque il tema dell’agricoltura ritorna come terreno orizzontale, come panorama diffuso non solo, come dicevamo, perché trasversale a territori, a generazioni e a ceti sociali, ma resiste ed ha resistito anche a crisi e difficoltà.
E’ ciò che scrive futuranetwork.eu in un articolo dello scorso 26 marzo in cui Andrea De Tommasi, l’autore di Sensori e droni per il futuro dell’agricoltura, afferma che “La pandemia non ha rallentato la domanda del mercato agricolo di soluzioni tecnologiche che possano migliorare la qualità dei raccolti riducendo sprechi e inefficienze”.
E’ un articolo che consigliamo di leggere, come spesso facciamo leggendo e condividendo molti dei contenuti che provengono da futuranetwork.eu e da ASviS – Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile che ne è il promotore.


Leggi tutto l’articolo Sensori e droni per il futuro dell’agricoltura su futuranetwork.eu

(https://futuranetwork.eu/segnalazioni/534-2583/sensori-e-droni-per-il-futuro-dellagricoltura)


Foto copertina di DJI-Agras da Pixabay

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