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Civiltà Appennino

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Geografie sostenibili

di Piero Lacorazza
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Il 21 e il 24 febbraio la Fondazione Appennino promuove due giornate che riassumono la traiettoria principale per promuovere spazi culturali, partecipare e condizionare il dibattito pubblico, ridare senso e respiro alla politica, orientare le scelte di programmazione per i prossimi anni.

Il 21 febbraio, a Potenza, presentiamo la saggina “Civiltà Appennino. L’Italia verticale tra identità e rappresentazioni” (Donzelli, 2020) scritta da Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo. È il tentativo di raccontare con un diverso linguaggio la necessità di dare voce e politiche alle “periferie” e al Mezzogiorno, di riequilibrare il rapporto tra aree interne e città rigenerate.

In mattinata, dalle ore 11, saremo in una scuola: l’Istituto Da Vinci-Nitti di Potenza; nel pomeriggio, alle ore 15.30, presso il Museo Provinciale in via Ciccotti, ne discuteremo con il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano che qualche giorno fa ha presentato, a Gioia Tauro, il “Piano per lo sviluppo e la coesione 2030”. Un piano di investimenti per 123 miliardi di euro per prossimi dieci anni – 21 miliardi per il triennio 2020/2022 – e di procedure tese ad evitare, nei limiti del possibile, ritardi che peserebbero come un macigno sulla quantità e sulla qualità della spesa. È una programmazione valutabile nel tempo poiché definisce degli indicatori; quindi una valutazione non solo “prima” e “dopo” ma soprattutto “durante” e consente di far atterrare in maniera giusta le risorse previste dal Piano.

A queste “geografie” di comunità appenniniche e periferiche, urbane e rurali, uniamo l’aggettivo “sostenibili”.

La Fondazione Appennino è inoltre parte di ASviS (Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile), la più grande rete di enti, istituzioni ed associazioni che opera in Italia per attuare Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

In questa veste, infatti, il 24 febbraio, in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata e la Camera di Commercio di Basilicata, abbiamo promosso a Potenza due eventi a cui parteciperà il portavoce ASviS prof. Enrico Giovannini, già Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Sui temi e gli obiettivi (o anche goals) di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile alle 11.30 (presso il Comincenter-Macchia Romana) ci sarà il confronto con i rappresentanti dell’Ateneo lucano e alla 15.30 (presso la sede della Camera di Commercio, corso XVIII agosto) con il mondo delle imprese, del lavoro e dell’associazionismo che ha aderito, a livello nazionale, ad ASviS.

In realtà alle “geografie sostenibili” potremmo aggiungere anche “ed innovative”. Ma non anticipiamo nulla; un passo alla volta.

Per il momento accontentiamoci di un’ascissa dello spazio e un’ordinata del tempo, proviamo a definire una prima traiettoria che deve rispondere a questa domanda: le aree interne possono essere una leva per un riequilibrio sociale, economico ed ambientale nel nostro Paese?

I dati impietosi del declino demografico, delle crescenti diseguaglianze e dei cambiamenti climatici obbligano visioni e politiche audaci.

Prima di ogni conclusione rileggo ciò che ho scritto e ripenso agli ingredienti dell’impresa sociale con la quale Fondazione Appennino apre i battenti: scuola, università, museo, lavoro, imprese, innovazione, rigenerazione urbana, periferie, aree interne, lotta ai cambiamenti climatici, sostenibilità… E se aggiungiamo istituzioni pubbliche e private che hanno sostenuto la saggina “Civiltà Appennino” (BCC Basilicata, Ente Parco del Pollino, Comune Montemurro, G.A.L Lucania Interiore spa) ricaviamo la forza di parole che se messe a sistema definiscono i contorni di un progetto possibile per un futuro migliore.

E infine.

Da Sud osservare che il Presidente dell’Emilia Romagna ha assegnato deleghe assessorili per “la montagna e le aree interne” aiuta a sperare che oltre ad una “questione meridionale” si presenta oggi un osso, per dirla con Manlio Rossi Doria, che unisce in verticale il nostro Paese. È necessario ripensare modelli, processi e nuovi equilibri tra mercato e diritti altrimenti l’osso in Italia sarà sempre più grande e a spolparci ci avranno pensato gli altri!

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