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Civiltà Appennino

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VINICIO CAPOSSELA

Cantautore, poeta, scrittore e fantasmagorico entertainer, VINICIO CAPOSSELA (Hannover, 1965) ha debuttato nel 1990 sotto l’egida di Renzo Fantini (Paolo Conte, Francesco Guccini) con il disco All’una e trentacinque circa, che gli vale la Targa Tenco, premio che gli verrà attribuito altre tre volte negli anni successivi.
Se sono i primi dischi “pre-biografici”, come Modì (1992) e Camera a sud (1994), a confermarne il talento in Italia e all’estero – è del 1995 un prestigioso sold out al Theatre de la Ville di Parigi – con Il ballo di San Vito (1996) arriva il primo deragliamento musicale: fanfare macedoni e la chitarra di Marc Ribot si fondono in una musica che vive di riferimenti e rimandi immaginifici e al tempo stesso più personali: “coliche di immaginazione” le definisce lo stesso Capossela, che approfitta di un “never ending tour” di due anni circa per realizzare nel 1998 il suo primo album dal vivo, intitolato Liveinvolvo e realizzato con la complicità di Neat Veliov e della sua Kocani Orkestar.

(tratto da www.viniciocapossela.it)

LEGGI LA BIO SUL SITO UFFICIALE https://www.viniciocapossela.it/bio 


Il contributo dell’artista all’ultima pubblicazione di Fondazione Appennino

Capossela sulle vie dell’Appennino. Per un manifesto delle aree interne


LE VIE DELL’APPENNINO. Civiltà e geografie

 

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