Ambiente, energia e sostenibilità. Una Summer School per lanciare la sfida del futuro
Di Michele Petruzzo
Dal 29 giugno al 2 luglio si è tenuta ad Alba Adriatica la Summer School del Master in Diritto dell’Energia e dell’Ambiente dell’Università di Teramo. Nell’incantevole location di Villa Flaiani, sotto l’ombra dei pini e il frinire delle cicale, un centinaio di giovani, provenienti da diverse parti della penisola, si sono ritrovati per discutere e confrontarsi su tematiche chiave per il presente ed il futuro.
Quattro giornate, otto seminari, quaranta relatori e tantissimi argomenti di dibattito: dal problema dei rifiuti alla biodiversità, passando per le energie rinnovabili, le aree protette e gli allevamenti intensivi.
In un momento storico in cui il “green” rappresenta più uno spot elettorale, utile a racimolare qualche consenso, che una sfida seria e concreta, la scelta di formare i giovani su queste materie rappresenta un coraggioso e fondamentale investimento sul futuro. Perché non basta introdurre un “Ministero della transizione ecologica”, se non esiste una coscienza civica e politica sull’ambiente.
Ogni giornata del corso si è composta di due fondamentali momenti: prima l’intervento dei relatori, poi l’apertura del dibattito, al fine di consentire un proficuo scambio e confronto di idee, concetti ed opinioni.
Ad inaugurare la Summer School, nella mattinata del 29 giugno, è stata la discussione sulle discariche abusive. Nel pomeriggio l’attenzione si è poi spostata sulla questione dei “rifiuti più ingombranti”, in riferimento al tema del nucleare, con alcuni cenni storici al disastro di Fukushima. Hanno preso parte al dibattito illustri ospiti, tra cui alcuni docenti universitari: il professor Gianfranco Caruso, dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, il professor Giuseppe Cataldi, dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, e la professoressa Emanuela Pistoia, dell’Università degli Studi di Teramo.
Nel secondo giorno, invece, si è parlato di aree naturali protette, inquinamento marino ed erosione delle coste. Ancora più suggestivo e significativo farlo con il mare alle spalle!
Dal litorale all’entroterra: nella terza giornata, il baricentro della discussione si è spostato sulla Basilicata e sul petrolio, in riferimento al caso “Tempa Rossa”. A tenere banco è stato il dibattito sul futuro degli idrocarburi in Italia. Nel pomeriggio, invece, l’uditorio ha avuto modo di confrontarsi sulla questione della transizione energetica, grazie al contributo di importanti esperti del settore ed esponenti di associazioni attive sul tema.
L’ultima giornata della Summer School, infine, è risultata altrettanto intensa e ricca di stimoli, suddivisa tra l’industria dell’alimentazione e la tutela penale dell’ambiente: dal caso Ilva alla nuova terra dei fuochi.
Dunque quattro giornate intense e piene di spunti, in cui la curiosità e la voglia di apprendere e formarsi dei giovani si sono perfettamente coniugate con la preparazione e la disponibilità dei relatori, consapevoli della necessità di trasmettere alle nuove generazioni non solo nozioni e teorie, ma anche e soprattutto la consapevolezza di un approccio sostenibile all’ambiente.
Si tratta di una delle sfide più importanti per il futuro. Non a caso, negli ultimi anni, sono stati proprio i più giovani – gli abitanti del domani – a lanciare un grido di allarme su questi temi, rimarcando l’urgenza di invertire la rotta, per lasciare ai propri figli e nipoti un mondo migliore. Il tempo è scaduto, non si può e non si deve più tornare indietro. È il momento di cambiare e per farlo occorre il contributo di tutti.
Credits Foto copertina di Here and now, unfortunately, ends my journey on Pixabay da Pixabay