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Civiltà Appennino

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L’ Arminuta e la restanza nel Medio Occidente

A Pennino

Lupo e Di Pietrantonio due cognomi che tra fauna e geologia hanno a che fare con la montagna; due scritture d’Appennino.
L’ Arminuta è la protagonista dell’omonimo romanzo con il quale l’abruzzese Donatella Di Pietrantonio ha vinto il premio Campiello nel 2017. Un romanzo che sarà a breve anche un film prodotto da RAI Cinema.
Nel dialetto abruzzese i verbi “tornare” e “ritornare” non esistono; c’è un composto del verbo “venire” con il prefisso “ri”, quindi rivenire che diventa nel caso del participio passato rivenuta, in dialetto “arminuta”.
È evidente il legame ad un luogo. Ora c’è anche il rivenire in una antropologia, una letteratura e una storiografia che analizza e discute intorno a verbi come restare e partire.
E allora l’Arminuta è una donna al tempo stesso errante e permeata, per dirla con Vito Teti, da un’ etica della restanza che ci parla di identità e appartenenza. È un luogo interno ed interiore, una condizione esistenziale e culturale, un ‘”Borgo sud” per utilizzare il titolo dell’ ultimo romanzo di Donatella di Pietrantonio uscito circa una mese fa.
E quando tutto sembra “arreso”, rassegnato ad una condizione immodificabile, il fiume irrompe e libera.
È quello che accade a Donatella, la Cìtila – la bambina, nel dialetto abruzzese -, nel suo racconto nel libro Le vie dell’acqua (Donzelli, 2020) . Piegata sul fiume, con la madre e le zie, a lavare i panni, dopo aver mangiato un po’ di quel pane che assomiglia, racconta Corrado Alvaro, alle pietre, sente il bisogno di riscattarsi. E come? “Ma é proprio alla maestra che ho cercato di assomigliare nella vita. Intuivo confusamente che l’italiano e lo studio avevano reso Elsa una donna più libera. È quella libertà che ho inseguito”. Donatella Di Pietrantonio figlia di contadini, oggi continua a vivere in Abruzzo, é odontoiatra e tra le più interessanti e importanti scrittrici italiane.
“Eppure – scrive Giuseppe Lupo in Le vie dell’acqua – la condizione d’inferiorità (quella dimensione di dolore terrestre di cui parlava Levi nel Cristo) cambia con i miracoli che solo la cultura sa fare: Matera era una vergogna civile e ore é diventata vittoriniana città del mondo”.
È nel dialogo tra i due scrittori di Appennino – potete riascoltarlo attraverso il link alla fine di questo articolo – c’è un pensiero di pietra, ruvido e duro, reso ancora più potente da un ululato tanto nitido quanto razionale.
E questa profondità di analisi e di orizzonti che rompe gli stereotipi “a cui – scrive sempre Lupo – ci hanno abituato una certa letteratura e una certa cinematografia: il Sud abbandonato, il Sud compromesso, il Sud inferno”.
Non può essere così. Non è così. L’Italia in verticale, si unisce perché da Sud risale una utopia mediterranea che può determinare una vantaggio per un Paese straordinariamente ricco, un Oriente non ancora occidentalizzato e/o un Occidente rimasto ancora un poco orientale. Diverso da un Occidente, appunto un Medioccidente.
Ma attenzione, ammonisce Lupo, “occorre, in altre parole difendere il Mezzogiorno sia dalla nuova arcadia che desidera incorniciare il Paese di una finta bellezza, sia dalla proposta di una fuga dalla città, che non contiene il progetto di una redenzione, non sembra cioé preoccupata a risolvere il problema della subalternità (nel quale era stato condannato nell’ultimo secolo), ma a soddisfare il bisogno di evasione dalla pestilenza di grandi spazi urbanizzati, vivendo le aree interne come un’avventura cinica ed esotica, buona a soddisfare la curiosità di chi é stanco dell’eccessiva civilta e cerca un momentaneo rifiuto nella preistoria”. (articolo pubblicato da Vita&Pensiero e uscito su Il Sole 24 Ore del 14/12/2020)
E anche in questo ammonimento ci sta tutta la sfida e il progetto della Fondazione Appennino, insieme a tante altre competenze ed esperienze che messe in rete possono condizionare, dialogando, la politica proprio in un tempo in cui si avviano importanti programmi d’investimento.


Credits  foto: Vincenzo Mainardi, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons  – Val Baganza presso Armorano – Ravarano di Calestano – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Val_Baganza_presso_Armorano_-_Ravarano_di_Calestano.png

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